FISIOTERAPIA · 10. giugno 2021
Epicondilite, un dolore molto ricorrente non solo tra i tennisti
COS'È L'EPICONDILITE?
L’epicondilite, o gomito del tennista, è un’infiammazione dei tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito (epicondilo laterale). Spesso è causata da un uso continuato ed eccessivo del gomito;
è una malattia degenerativa che, se non trattata correttamente, peggiora con il passare del tempo.
ACCENNO DI ANATOMIA: IL GOMITO
Il gomito è situato a metà del nostro braccio per permetterne il movimento di flesso-estensione e prono-supinazione. L’articolazione del gomito unisce tre ossa.Ovvero:
E l’epicondilo? Si tratta della parte più esterna del gomito, derivante dall’articolazione tra omero e radio.
SINTOMI DELL’EPICONDILITE
Trattandosi di sindrome infiammatoria, l’epicondilite dà come sintomo principale il dolore. Purtroppo però, dal momento che il disturbo insorge in modo subdolo, inizialmente non sarà questo a metterci in allarme.
Piuttosto, potremmo sperimentare le seguenti anomalie
LE CAUSE DELL’EPICONDILITE
Si tratta di una tipica patologia da eccessivo carico funzionale, una condizione che si verifica in chi compie sforzi ripetuti del medesimo tipo tra cui sportivi (tennisti, ma anche schermidori, tiratori con la pistola, golfisti o giocatori di ping pong), ma non solo.
Le categorie più a rischio sono tutti coloro che per professione o svago tendono a compiere sempre gli stessi movimenti che coinvolgono appunto l’articolazione di gomito, polso e mano, tra cui:
Altra categoria a rischio è poi tutta quella, che lavora, studia o comunque sta davanti al pc a lungo ogni giorno. L’uso continuo del mouse non solo può provocare una tendinopatia specifica che non a caso è chiamata tendinite da mouse, ma è spesso all’origine di casi di gomito del tennista e tunnel carpale.
L’epicondilite insorge comunemente tra i 30 e i 50 anni colpendo indistintamente uomini e donne e ha un altissimo rischio di recidive, proprio per la natura stessa del problema. Ecco perché, ai primi sintomi di dolore e/o riduzione della capacità funzionale, è necessario recarsi da un ortopedico per un controllo.
TERAPIE PER L’EPICONDILITE
La cura dell’epicondilite dipende in buona parte dal grado di gravità della stessa. Inizialmente la prima e necessaria terapia sarà il riposo. In particolare l’immediato stop all’attività ripetitiva che abbia scatenato l’infiammazione, almeno fino a regressione di sintomi.
Può aiutare anche l’uso di un apposito tutore dinamico che tenga l’arto fermo e permetta ai tendini di rigenerarsi.
Attualmente sono consigliati come trattamenti di primo e secondo intervento volti a togliere il dolore e l’infiammazione, anche cicli di laserterapia, ultrasuoni o onde d’urto, direttamente sul condilo, in abbinamento alla Tecarterapia sulla muscolatura flessoria; tutti trattamenti molto efficaci. Tuttavia, a queste cure “passive”, si devono associare anche cure di tipo riabilitativo funzionale che prevedono l’attiva collaborazione del paziente.
La fisioterapia per l’epicondilite è spesso indispensabile perché, non solo permette di recuperare appieno la funzionalità del braccio, ma soprattutto rappresenta l’unico mezzo a disposizione per prevenire le recidive.
Seguendo il programma di riabilitazione specifico, così come fare attenzione a evitare sforzi e movimenti ripetuti in modo eccessivo, possono sicuramente aiutare a correggere il movimento ripetitivo che ha generato l’epicondilite:
In questo modo si avranno dei risultati a lungo termine e il problema non si ripresenterà.
La soluzione chirurgica rappresenta una extrema ratio e pertanto si pratica su un numero limitatissimo di casi, ovvero quelli in cui tutti gli altri trattamenti siano risultati inefficaci dopo 6 – 12 mesi di trattamenti convenzionali. L’intervento può prevedere:
L’operazione è scelta in base a fattori personali del paziente, come la gravità del danno, le caratteristiche fisiche del soggetto e le condizioni di salute generali. Il trattamento chirurgico può essere effettuato a cielo aperto oppure per via artroscopica. Entrambi gli interventi chirurgici sono eseguiti in day hospital e raramente richiedono il pernottamento in ospedale.
A ogni intervento chirurgico sono associati rischi e complicazioni quali infezioni, danni a nervi e vasi sanguigni, necessità di riabilitazione prolungata, perdita di forza e flessibilità, e infine necessità di un ulteriore intervento chirurgico.
All’operazione si fa seguire un ciclo di fisioterapia in associazione all’uso temporaneo del tutore, fino a completo recupero della funzionalità del braccio.
Infine, onde evitare il fallimento delle terapie, se vi è il legittimo sospetto che concausa di epicondilite sia una infiammazione al rachide cervicale – le prime sette vertebre della colonna, situate all’altezza del collo e della nuca – si dovrà intervenire, sia con l’opportuna ginnastica posturale che con i trattamenti antinfiammatori, anche su questa sindrome.
ESERCIZI UTILI PER L’EPICONDILITE
Ti ho illustrato alcuni esercizi di stretching molto semplicistici per l’epicondilite. Il consiglio principale che ti posso dare è quello di eseguirli senza sforzare le performance, in modo da scongiurare ulteriori danni ai tendini e ai muscoli. Ovvero esegui i movimenti senza forzare e fermandoti se senti dolore non sopportabile
CONCLUSIONI
L’epicondilite è una patologia molto seria, e se non curata correttamente può davvero essere un serio problema per chi ne rimane vittima. Gli esercizi proposti in questo articolo vogliono essere un esempio, e un incitamento all’attività fisica, da abbinare necessariamente ad una attenta terapia Manuale, effettuata da un Fisioterapista esperto e qualificato.
Solo gli esercizi non possono bastare, così come solo il lavoro esterno di un fisioterapista non può bastare. Un lavoro completo a 360 gradi, che richiede anche educazione al movimento e accortezza da avere anche a casa, è la chiave per guarire definitivamente da questa fastidiosa patologia.
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